Il comignolo è quella parte della canna fumaria che esce sul tetto. È destinata ad assicurare un’evacuazione soddisfacente dei gas che provengono dalla combustione (si può trattare di un camino a fuoco di legna, di una caldaia odi una stufa). Il comignolo deve essere sempre in perfetto stato: infatti, se la malta dei giunti si sgretola, c’è pericolo che i mattoni si smurino in caso di forti folate di vento. I lavori di manutenzione possono comprendere anche il suo innalzamento. Infatti, quando il comignolo è troppo basso, il tiraggio della canna fumaria può essere difettoso. Esistono delle norme precise da rispettare che riguardano l’installazione e la costruzione di comignoli. Impongono in particolare un’altezza minima di 40 cm al di sopra della cima del tetto e di tutta la costruzione in un diametro di 10 m. Tuttavia, potete prevedere un’altezza superiore in funzione delle condizioni particolari (direzione dei venti dominanti, presenza o no di rilievi o ostacoli in prossimità). L’innalzamento può, d’altro canto, essere intrapreso anche per questioni estetiche. Nel nostro caso, il comignolo è stato rialzato e ornato con una cornice.
Indice
MATERIALE NECESSARIO
Prodotti
Mattoni
Malta predosata
Cemento
Cemento predosato
Ferro per armatura (10 mm)
Tavole per cassaforma
Pannelli di compensato
Chiodi per carpenteria
Pittura
Utensili
Livella a bolla
Filo a piombo
Martellina
Martello da muratore
Cazzuole e frattazzo
Sega
Piegaferri
Pennellessa e pennelli
Impalcatura
Preparazione
Presentiamo in queste pagine la manutenzione e l’innalzamento di un comignolo in mattoni. Notate (foto nella pagina precedente) che la base del comignolo a lavori finiti è più spessa della parte superiore. Questa disposizione si spiega perché conviene evitare un raffreddamento troppo brusco del gas di combustione (che si opporrebbe alla loro evacuazione normale). Lo spessore della muratura funge dunque da isolante. In ogni caso, lo spessore delle pareti di un comignolo non deve mai essere inferiore a 12 cm (dimensione che corrisponde alla larghezza abituale dei mattoni più l’intonaco).
Cominciate verificando lo stato dei giunti della muratura. Se la malta tende a sgretolarsi, dovete svuotarli, con uno scalpello e una mazzetta, prima di rifarli con della malta apposita. Controllate anche lo stato dei mattoni, poiché alcuni possono essere rotti o crepati.
Per intraprendere i lavori, dovete installare un’impalcatura solida. Quando la copertura è stata asportata, questa impalcatura può essere sostenuta da pezzi di legno che poggiano sulla carpenteria: in caso contrario, potete appoggiarla sulla copertura. Non dimenticate di prendere tutte le precauzioni, poiché sono lavori pericolosi.
Muratura
Realizzate la parete superiore del comignolo con della malta, prevedendo dei giunti sfalsati di circa 1 cm. Servitevi della livella a bolla e del filo a piombo.
Il comignolo termina con una doppia cornice che protegge la muratura. È costituita da una tripla fila di mattoni posti di piatto a giunti alternati.
La doppia cornice obbliga evidentemente ad effettuare dei tagli per alternare i giunti. Come finitura. questi ultimi devono essere lisciati correttamente con un apposito ferro o con la cazzuola.
Intonaco
La parte superiore del comignolo è in seguito rivestita con un intonaco destinato a proteggere la muratura ed a migliorarne l’estetica. Questo intonaco è costituito con della malta preparata con 10 kg di cemento per 20 litri di sabbia circa (potete anche utilizzare della malta predosata apposita). Ponete dei pannelli di compensato sulla parte inferiore del comignolo per poter recuperare la malta che cade. Per assicurare una buona tenuta, dovete, prima dell’applicazione, inumidire la muratura, soprattutto se fa caldo. Utilizzate dei listelli di legno per modellare gli angoli. La cornice non è intonacata. Dovete dunque fare attenzione ai giunti.
Armatura
La cornice è rivestita da uno strato di cemento armato destinato a proteggere il comignolo dalle intemperie. Questa copertura necessita della realizzazione di una piccola cassaforma. Utilizzate dei pezzi di legno di una decina di centimetri di larghezza, piallati su una faccia e tagliati ai lati del camino. Assemblate con chiodi per carpenteria in modo da costituire una cornice. La cassaforma è fissata sulla sommità del comignolo in modo da creare uno spessore di 5 cm circa. È immobilizzata con delle zeppe di legno, inserite tra la muratura e il legno. Regolate precisamente l’orizzontalità con una livella a bolla. Preparate del calcestruzzo utilizzando cemento, sabbia e ghiaia non troppo grossa. È tuttavia preferibile, data le modesta quantità di legante occorrente utilizzare del calcestruzzo predosato.
Gettata del calcestruzzo
n seguito viene gettato il calcestruzzo nella cassaforma. Poiché non è possibile, in questo caso, realizzare un’armatura per la parte interna del comignolo, dovete impastare un cemento abbastanza spesso, in modo che tenga bene sulla cazzuola. Per ottenere una buona aderenza sui mattoni, è preferibile applicare, prima, un po’ di cemento puro impastato con acqua. Utilizzate un pennello grosso per stenderlo omogeneamente su tutta la superficie. Applicate allora la malta abbondantemente con la cazzuola premendola con la penna di una martellina.
Tondino di ferro
Per fare in modo che sia solida, la gettata di cemento deve avere un’armatura in ferro. È dunque necessario piegare un tondino di 10 mm di sezione, con un piegaferri e delle cagne inserite su una tavola di grosso spessore. È anche preferibile saldare l’ultimo angolo, in modo da ottenere una cornice più rigida. Calcolate le dimensioni, affinché la cornice ottenuta possa essere posta al centro della larghezza della gettata (ricordiamo che un ferro non deve trovarsi a meno di 20 mm da una facciata esposta alle intemperie). Centrate e posate il tondino. Terminate la gettata del cemento, premendo contro il ferro con la cazzuola. Per la parte interna, dovete utilizzare una tavoletta di legno per modellare gli spigoli: questa operazione non presenta troppe difficoltà se il cemento è compatto.
Finiture e varianti
La cassaforma può essere smontata abbastanza rapidamente, quando il cemento ha fatto presa, poiché non è portante. Cosi potrete tagliare a fischietto il bordo dello strato di cemento con il taglio della cazzuola, in modo da migliorare l’estetica e affinché la sommità presenti una migliore resistenza alle intemperie e l’acqua piovana scorra meglio. Per questa ragione, potete conferire una leggera pendenza verso l’esterno alla superficie della soletta. Come finitura, quando la muratura sarà completamente asciutta, potete applicare una pittura per estemi. Se il comignolo è stato modificato dalla base o se è stato rifatto il tetto, bisogna preoccuparsi della tenuta a livello della copertura comignolo (intonacatura).
Norme
Bisogna notare che la modifica di un comignolo non deve in alcun caso ridurre la sezione della canna fumaria. Infatti, l’impedimento dell’evacuazione dei gas nuoce al buon funzionamento del camino, diminuendo il tiraggio. È per questo motivo che è preferibile non ricorrere alla classica mitra in metallo che non dà buoni risultati. Tuttavia, può essere opportuno proteggere il comignolo dalla pioggia ponendo al di sopra una sottile gettata di cemento armato, sostenuta agli angoli da supporti stretti, sempre in cemento. La distanza tra la gettata e la sommità del comignolo deve essere uguale alla metà della sezione della canna fumaria. Questa precauzione permette di evitare l’umidità nella parte superiore del camino (cosa che coinvolge una difficoltà di innesco dell’evacuazione dei gas). Una copertura in stoppia, come quella presentata nel nostro esempio, è relativamente rara in Italia (e oggi abbastanza costosa, tenendo conto della rarità del materiale e delle coperture specializzate in cotto e altri materiali). La stoppia utilizzata più spesso è quella di giunco, a volte di paglia di grano o di segale. Per quanto riguarda i camini, un tale materiale pone naturalmente il problema grave degli incendi se dei tizzoni incandescenti trasportati dal gas la raggiungessero. È per questo motivo che la stoppia è generalmente trattata sia contro gli incendi, sia con solfati di rame per evitare che marcisca.
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